Luciano Dalla Bona - Maglierie FDB
“Dal ciclismo ho ricevuto tanto e ritengo una sorta di dovere il restituire”
Titolare dell’azienda Maglierie FDB, impresa familiare specializzata nella produzione di abbigliamento intimo che nasce nel 1970, dopo il suo ritiro dal ciclismo professionistico. Di Luciano ne hanno sentito parlare e parlato tanti, specie dei suoi traguardi sulle due ruote.
Mi sono appassionato al ciclismo nel 1959 provando a gareggiare con la maglia della Polisportiva Libertas Pressana che cercava dei ragazzi per allestire una squadra di esordienti. In questa squadra ho conquistato i primi piazzamenti, da qui il passaggio tra i dilettanti in un'altra squadra approdando poi alla S.C. Padovani dove mi aggiudico 2 titoli di Campione Regionale Veneto e le più importanti gare del calendario italiano.
L’apice della carriera dilettantistica arriva con il posto in nazionale: Luciano vince 2 ori mondiali nella cento chilometri a squadre ad Albertiville nel 1964 e Lasarte nel 1965, 1 argento olimpico a Tokyo nel 1964 e 1 bronzo a Nuburgring nel 1966.
Ho gareggiato poi dal 1967 al 1970 con la divisa della Salvarani a fianco di Gimondi nei favolosi anni di Eddy Mercky. In quel periodo ottengo grandi soddisfazioni personali, come concludere 2 giri d’Italia, 2 Tour de France, conquistare il Gran Premio di Camaiore, il Giro delle Marche e fare propria una tappa del Giro d’Italia che si concludeva con un traguardo prestigioso a Roma.
Una vita in sella insomma. Come racconteresti il tuo rapporto col ciclismo?
Sicuramente dal ciclismo ho ricevuto tanto e ritengo una sorta di dovere il restituire.
Sono più che mai convinto che lo sport sia palestra di vita e aiuti la formazione della persona nel modo migliore.
Penso che il ciclismo sia uno sport educativo perché, pur venendo svolto individualmente e nel quale un giovane si misura con se stesso, è anche uno sport di squadra. Uno sport che forma poiché una delle sue componenti principali è proprio la fatica, senza la quale non si ottengono risultati. Uno sport che aiuta a conoscere e capire i propri limiti e le proprie capacità e a sviluppare anche le proprie doti di resistenza. Ma sopra ogni altra cosa insegna la resilienza, ossia la capacità di superare le difficoltà e adattarsi agli imprevisti.
Credo che questi siano insegnamenti fondamentali nella vita di ciascuno, non solo di un atleta.